Il 4 luglio 2025, il presidente finlandese Alexander Stubb ha approvato la decisione di uscire dalla Convenzione di Ottawa del 1997, permettendo così alle forze armate finlandesi di utilizzare liberamente mine antiuomo, ritenute un mezzo di difesa estremamente efficace. Stubb ha motivato questa scelta con la necessità di adeguare la difesa nazionale in risposta al deterioramento della sicurezza in Europa, assicurando al contempo che la Finlandia non impiegherà mai queste armi in tempo di pace.
Sei paesi dell’Europa orientale e baltica escono dalla Convenzione
Oltre alla Finlandia, anche Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e Ucraina hanno adottato una posizione analoga, giustificando l’uscita con le gravi minacce alla loro sicurezza nazionale. A differenza di questi stati, la Norvegia ha dichiarato di non abbandonare la Convenzione, confidando nella capacità delle sue moderne difese di far fronte a eventuali aggressioni.
Contesto e motivazioni: proteggere la sovranità contro un aggressore non vincolato
La Convenzione di Ottawa limita l’uso delle mine antiuomo anche in situazioni di autodifesa. Tuttavia, paesi come Ucraina, Polonia e Lituania si trovano di fronte a una minaccia militare reale e concreta e rivendicano il diritto di difendere i propri territori con tutti i mezzi disponibili. L’uscita dalla Convenzione mira a eliminare uno svantaggio strategico nei confronti della Russia, che non è firmataria e ha fatto largo uso di mine antiuomo nel conflitto in Ucraina negli ultimi tre anni e mezzo. Sarebbe paradossale per le vittime di aggressione, come l’Ucraina, accettare una disparità di trattamento che avvantaggia unilateralmente l’aggressore.
La prospettiva internazionale e l’impatto geopolitico
Non solo la Russia, ma anche Stati Uniti, Cina e India non hanno sottoscritto la Convenzione di Ottawa e fanno regolare uso di mine. La decisione dei sei paesi europei non implica un rifiuto totale dei principi umanitari, bensì rappresenta una misura temporanea, necessaria per garantire la sopravvivenza e la protezione dei propri cittadini in uno scenario di crescente instabilità e minacce militari.